
Quando i maestri ci lasciano l'impoverimento del lutto che strappa si accanisce contro il ricordo sottile ma resta in cute, fino al pensiero ultimo condotto sulla coda puntuta sulla scia delle parole annodate nel tramandare dalla mente più esperta a quella più giovane, dal tronco maturo all'albero verde che lignifica ora, per la prima fervida stagione durante la quale sarà alto e svelto a vergare l'azzurro col bruno segno col verde segno del ramo portatore di frutto e di fronde. Potente la voce maestra dalla cui voce prima discende l'eco e diffonde luce prima. Ode a un genio gentile al testimone che crede. Ode all'uomo se crede che non possa essere ancora uomo chi tradisca se stesso dietro un sorriso di ghigno nel vivere basso e condiscendente. Ode all'occhio che vede dove altri occhi non scrutano Ode alla distillata mistura di parola e senso di verità solitaria che s'inerpica ancora in salita.
Ti ringrazio, Albertina, per le tue parole.
E' dovere imprescindibile onorare chi si è distinto dal gruppo anonimo e imbelle, dal gregge silente che non ha ravvisato in sé il dovere di gridare contro ogni forma liberticida, politica e non. Il senso più profondo dell'appartenenza a un'entità sociale pensante risiede anche e soprattutto in questo.
L'immortalità del poeta e dello scrittore è palpabile ogni qual volta i suoi versi e le sue argomentazioni raggiungeranno un nuovo lettore, un altro uomo accomunato dal suo stesso sentire. Ogni qual volta sapranno rivolgersi a un interlocutore neofita l'autore di quelle pagine nascerà ancora per dedicare a se stesso una nuova condizione esistenziale.
La poesia, la letteratura e l'arte in generale sono i veri…
Grazie per aver dedicato la tua ode a Sepùlveda!
Il guerriero, lo scrittore, l'affabulatore, l'inguaribile cantastorie si è spento, è vero, ma non le sue parole, i suoi desideri di libertà e verità, il suo coraggio, la sua denuncia per l'arroganza dei potenti, i suoi sogni, le sue speranze in una società di cittadini veri.
Il testamento spirituale deve essere raccolto da chi sa e da chi può affinché la sua luce non si spenga.
Bravo Enrico, ramo portatore di frutto e di fronde!