Questo male non ci avrà. Non saremo bottino di carne. Questo male non ci avrà. Non saremo terra di conquista, prigionieri nei gangli del pensiero. Non ci sottrarrà per sempre alla gioia di un bacio, di un afflato comune, di un respiro, di un avvicinamento di corpi. Torneremo a guardarci negli occhi, a vivere fiato nel fiato, ma non ora. Questo male non ci avrà perché ancora a giovani cuori, a giovani petti ci rivolgiamo con viso terso e sicuro. Di fronte a loro ci mostriamo, osservati da occhi avidi di sapere, scrutati da menti fervide che meritano e chiedono ancora di essere ammaliati dalle cento storie narrate da vecchi sapienti, con le quali l’uomo ha ingannato la morte. Scaltro, l’ha ingannata con colto raggiro servendosi del canto e del tratto, ha illuminato la cecità col disvelamento dei versi, ha minato l’entropia con sillogismo lucido, ha irriso la stupidità con parole argute e sottili, più sottili e agili del corpo sottile del quale si copre l’invisibile male. E non saremo più menti infide e gracili otri che uno squarcio di coltello fa afflosciare. Non saremo più cialtroni e sciocchi, detentori di lasche promesse e di fragile credo. Questo male non ci avrà se sapremo attendere, ognuno sicuro all’interno della propria chiusa e nel proprio languore di vita, ancora in attesa.
Salvatore Enrico Anselmi
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