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Writer's pictureSalvatore Enrico Anselmi

Il mio petto langue


Salvatore Enrico Anselmi - Il mio petto langue - poesia

Il mio petto langue

e s’inerpica per l’erta più acuta

e muta d’assoli, di piccoli gioghi, di docili ombre

di alti strapiombi e frecce passanti.

Ho fermato il sangue e lo spasmo

ho fermato i miei passi e lo squasso

per non essere infelice e indotto allo scialo.

Ho fermato il tremore e l’assalto

il guasto riguardo e ora da più lontano

mi osservo come fossi un altro.

Ero io che gridavo per far giungere la voce da cima

alla valle, centuplicata nei rivoli ad eco?

Ero io che miravo sicuro al più rosso e centrale bersaglio?

Ero io che sfidavo l’abisso ventoso, la rupe sassosa

e brulla come la terra bruciata dal gelo?

Il mio petto langue e lo ascolto.

Il mio petto risuona e le paratie che lo trattengono

non sono tenaci tanto quanto

dovrebbero.

Il mio petto s’acquieta e tu vita

con esso, con esso t’acquieti

ritorni alle nenie e ai canti lontani.

Il cielo di peltro e la terra di ghisa

gli alberi bianchi e orfani di mani fogliate

attendono che torni il giallo

del vento flessuoso come flauti accesi nel canto

che si brucino le terre dei pruni

e che sgorghi il nettare a gocce stillato

come se l’abbraccio di festa

non dovesse mai più avere freno e resta.

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