Le mie parole saranno spade
contro l'oscuramento della parola libera
Le mie parole sanciranno giuramenti
a essere savi e combattere
quando saranno giuste
la saggezza e la lotta
contro chi tende tranelli
ai danni dell'uomo pensante
Saranno lame di luce e fuoco nel petto.
Cara Albertina, ti ringrazio come sempre per il tuo acume e per la tua sensibile lettura interpretativa del testo poetico.
Ne hai colto il senso. Quando l'individuo si rende conto che il contesto nel quale opera talvolta impone l'adozione del pensiero dominante, o peggio ancora del pensiero unico, non può non rivendicare a se stesso l'onere e il diritto di affermare un'urgenza, quella della parola libera per ribadire l'appartenenza a principi e a intendimenti etici nei quali si riconosce.
In tal senso si afferma la lotta non violenta dell'impiego della comunicazione saggio e funzionale a una finalità alta.
La lotta tra Orazi e Curiazi può confondere..., il poeta non è uomo violento e ripugna la violenza, ma di fronte a certe situazioni la sua ira si scatena, diventa un guerriero e combatte con le sole armi che sa imbracciare: le parole!
Parole che desidera possano ferire come lame quando l'uomo si confonde, perde la lucidità, perde la capacità di agire secondo ragione, secondo rispetto, secondo giustizia, secondo quei valori che sono fondamentali per percorrere la strada giusta, retta.
Parole che desidera possano ferire soprattutto coloro che confondono, che imbrogliano, che celano la verità, che mascherano la giustizia, pur di avere il consenso.
Ma quanti sono gli uomini attenti, vigili, discernitori della verità, bramosi di giustizia?
Non è più…