Salvatore Enrico Anselmi
Il vento, l’albero, la valle e la collina

«Coglierò l’attimo della resa»
disse il vento alla collina.
«Sarò flessuosa opposizione al tuo alito»
disse l’albero al vento.
«Annoderò il sospinto alone dell’aria,
alla tenace stretta delle radici nella terra»
disse la collina a entrambi.
«Correrò a perdifiato fino ai gorghi del fiume a valle»
disse il vento al fiume e alla valle.
La valle rispose «sarò lì ad attenderti»
e il fiume con essa.
Arrivò l’uomo con ascia e aratro, con vanga e piccone
con sordido intento di rivalsa e istinto di fondazione
con occhio lubrico e avido di conquiste aurate.
Percosse, divelse, scavò, estirpò, tagliò, bruciò.
Il vento s’involò in cima al monte si raccolse intorno alla vetta,
ne imbiancò il crinale e tacque.
La collina, non più abbarbicata alle radici,
scese rovinando a valle e prosciugò il fiume.
L’uomo consumò l’amaro riso e cambiò contrada.